
Il primo tema affrontato è quello relativo all’adozione di canali digitali per la trasmissione delle informazioni ambientali obbligatorie sul packaging
Grande favore è stato espresso verso le soluzioni digitali, simbolo di semplificazione, dematerializzazione e sicurezza delle informazioni. Tale possibilità è riconosciuta come una soluzione adottabile per tutti gli imballaggi.
Qualora l’imballaggio sia destinato al consumatore finale, il soggetto obbligato è tenuto a riportare sull’imballaggio o sul punto di vendita, sia esso fisico o virtuale a cui il consumatore abbia accesso, le istruzioni per consentirgli di intercettare le informazioni ambientali obbligatorie tramite i canali digitali previsti (App, QR code, siti web, etc.).
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Ulteriore tema su cui si è voluto fare luce è quello della possibilità di esaurire le scorte
Alcuni dubbi in merito sono scaturiti dall’utilizzo della parola “prodotti” nel testo di legge che ha previsto la proroga dell’obbligo di etichettatura e la possibilità, appunto, di esaurire le scorte di magazzino. A tal proposito, è stato esplicitato che, essendo i requisiti citati dal dettato normativo riferiti agli imballaggi, il termine “prodotti” deve intendersi riferibile agli imballaggi, e non ai prodotti imballati. Questo vuol dire che le aziende potranno utilizzare, fino a loro esaurimento, le scorte di imballaggi finiti anche se vuoti, che non siano conformi all’obbligo di etichettatura, proprio in coerenza ai principi di economia circolare e ottimizzazione delle risorse, obiettivi che stanno alla base dell’introduzione dell’obbligo di etichettatura ambientale per gli imballaggi.
Per informazioni
Claudia Salemme 📞: 0382.433135 ✉️: c.salemme@cnapavia.it