È stato presentato il 13 marzo a Milano alla 41° Mostra Convegno Expoconfort il 4° Rapporto Congiunturale e Previsionale sul Mercato Italiano dell’Installazione Impianti in Edilizia, realizzato da CRESME con la partnership di CNA Impianti, MCE, ANIMA e ANGAISA.
Nel 2017 gli investimenti effettuati dai consumatori hanno registrato una crescita del 5% rispetto al 2016. Il fatturato della filiera impiantistica per l’edilizia è stato di oltre 118 miliardi di euro. Si tratta di un settore che coinvolge circa 200mila unità locali e 750mila addetti, distribuiti fra industrie, laboratori di fabbricazione, esercizi commerciali e installatori.
Rapportando il fatturato al valore della produzione complessiva in edilizia emerge che nel 2017 il settore impiantistico riveste un ruolo di primo piano assorbendo il 46% delle risorse destinate all’edilizia, attraverso interventi di ammodernamento e manutenzione dell’esistente e di collocazione nei nuovi fabbricati.
I dati sull’occupazione mettono in evidenza come negli anni ’90 l’occupazione nel settore dell’installazione impianti era pari al 20% di quella totale delle costruzioni, nel 2015, ultimo dato disponibile, la percentuale è salita al 33%. Non è difficile prevedere che questa percentuale continuerà a salire grazie alle dinamiche che caratterizzano l’innovazione tecnologica, all’evoluzione dell’efficientamento energetico.
Gli impianti vedono crescere il loro peso anche nelle nuove costruzioni grazie al risparmio energetico e all’evolversi del comfort abitativo. Naturalmente un grande contributo a questa crescita è venuto dalla riqualificazione edilizia che, nell’ultima fase economica, ha goduto di una migliore performance rispetto agli altri segmenti del mercato e che privilegia da un lato le finiture e, dall’altro, proprio gli impianti.
Naturalmente il settore ha beneficiato dell’importante ruolo che hanno avuto gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica.
2018-2021: le prospettive future. Possiamo dire che vi sono due possibili scenari:
Il primo, riguarda la crescente rilevanza degli impianti nell’edilizia, che prospetta scenari positivi sia a breve, che a medio e lungo termine e che si basa sul mantenimento degli incentivi fiscali.
Questo scenario è alimentato da diversi fattori:
la velocità dell’innovazione sta accorciando la vita media dei prodotti e non si tratta più di “vita programmata” degli impianti, ma di obsolescenza tecnologica che renderà più dinamico il mercato;
la valorizzazione del patrimonio immobiliare, in assenza di espansione edilizia, potrà avvenire solo con l’evoluzione tecnologica degli edifici esistenti;
l’attenzione culturale verso l’ambiente e i cambiamenti climatici cresce continuamente, come pure quella al risparmio energetico;
la crescita della digitalizzazione e lo sviluppo della domotica tendono ad aumentre il peso degli impianti nel processo edilizio.
In definitiva per questo primo scenario si prevede una crescita dell’impiantistica negli edifici del +3,6% nel 2018, +3,4% nel 2019.
Ovviamente tutto questo a condizioni attuali inalterate (mantenimento degli incentivi fiscali alle abitazioni)
Il secondo scenario ci obbliga a disegnare una possibile curva più negativa, nel caso della rimodulazione, o della mancata proroga degli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica delle abitazioni: infatti gli incentivi fiscali scadranno entro il 2018 e dovranno essere prorogati per il 2019.
Ad oggi è presto per prevedere una ulteriore proroga per gli anni a venire, ma se non venissero prorogati gli incentivi per interventi interni alle abitazioni, lo scenario potrà essere il seguente: una rincorsa, con un favorevole risultato per il mercato, nel 2018 e, successivamente, una repentina diminuzione della domanda nel 2019.
Per questo secondo scenario si prevede una crescita del settore del +4,6% nel 2018 e -8,0 % nel 2019.