Il Tribunale di Roma ha fissato per giovedì 11 ottobre davanti alla nona sezione civile la prima udienza di un procedimento che ricorda lo scontro fra Davide e Golia.
Diciotto piccole imprese del settore impiantistico iscritte alla CNA hanno avviato infatti, con l’avvocato Fabio Valerini, un’azione legale nei confronti di Amazon per concorrenza sleale, chiedendo al Tribunale di Roma, in via d’urgenza, che sia inibita la vendita senza alcun controllo di f-gas.
Attraverso la nota piattaforma di e-commerce, infatti, si continuano, infatti, a vendere contenitori di f-gas senza che agli acquirenti venga richiesto, come previsto dalla normativa, il possesso dei requisiti di legge (certificazione f-gas).
Lo scandalo dei gas refrigeranti liberamente venduti su internet fu per la prima volta pubblicamente denunciata due anni fa proprio da CNA Installazione Impianti che sottolineò come la mancanza dei controlli stesse creando seri problemi di credibilità presso le imprese in merito a tutto l’impianto legislativo inerente gli f-gas.
In un interessante e ben fatto servizio andato in onda nella trasmissione Striscia la Notizia su Canale 5 lo scorso 8 marzo, Jimmy Ghione, il popolare inviato della trasmissione satirica, che non è certamente un frigorista con tanto di “patentino”, ha dimostrato la totale e colpevole assenza di controlli acquistando su Amazon un contenitore di f-gas che gli è stato direttamente recapitato in 3 giorni.
Analogo “esperimento” ha fatto la CNA dimostrando che persone non in possesso di certificazione hanno tranquillamente potuto acquistare tramite Amazon due contenitori di f-gas da due diversi venditori, uno italiano e uno tedesco, senza che vi fosse, da parte dei venditori e di Amazon, alcun controllo circa il possesso o meno della certificazione stessa.
Alla base del ricorso la normativa comunitaria (Regolamento Ue 517/2014) che specifica in modo chiaro ed incontrovertibile che i gas fluorurati ad effetto serra possono essere esclusivamente venduti a persone ed imprese in possesso della certificazione f-gas: il cosiddetto “patentino del frigorista”.
Si tratta di un atto di concorrenza sleale che rischia di creare due mercati paralleli: accanto a quello, legittimo, degli operatori abilitati, un altro di soggetti senza la necessaria certificazione. Una pratica che le imprese ricorrenti e la CNA chiedono di far cessare al più presto per riportare il settore alla piena legalità.