La congruità negli appalti passa dalla banca dati dell’Inps. È l’ambizioso obiettivo del nuovo strumento che il presidente dell’Istituto, Tito Boeri ha presentato ufficialmente martedì scorso al mercato, e che punta ad andare oltre il monitoraggio che viene già effettuato dall’ANAC, mettendo sotto la lente tutti gli aspetti legati agli obblighi previdenziali e contributivi delle imprese. Gli appalti pubblici, infatti, sono tra i settori tradizionalmente più esposti al lavoro nero e all’evasione. Per rendere più efficaci le ispezioni, allora, l’Inps ha messo a punto un sistema che, in estrema sintesi, consentirà di incrociare i dati sui lavoratori necessari per i singoli appalti e quelli sui contributi materialmente versati. Eventuali difformità faranno scattare le ispezioni, decisive anche in vista della possibile attivazione delle norme sulla responsabilità solidale.
L’obiettivo della banca dati INPS è abbattere l’evasione contributiva nel settore degli appalti pubblici. Per farlo, si tira la leva dei rilievi incrociati. Il primo ad accedere alla banca dati sarà il committente, che dovrà registrare i dati dell’appalto: oggetto, ubicazione, periodo temporale di svolgimento, fascia di valore economico dell’appalto. Ultimata la registrazione, il sistema genererà un codice identificativo dell’appalto (denominato «CIA»), che sarà trasmesso via Pec all’appaltatore e al subappaltatore. Questi, una volta ricevuto il codice, potranno registrare i loro dati identificativi, accedendo a una sezione di loro pertinenza della banca dati. Attraverso un sistema di upload, potranno importare i dati relativi ai lavoratori impiegati nell’appalto, con le relative indicazioni percentuali dell’effettivo apporto lavorativo. I numeri potranno essere modificati e aggiornati ogni mese. Tutte le modifiche saranno comunicate, passo dopo passo, al committente.
Contestualmente, appaltatore e subappaltatore trasmetteranno all’Inps i dati tramite Uniemens, il classico sistema di inoltro delle denunce mensili relative ai lavoratori dipendenti. Nelle denunce sarà anche indicato in quali appalti sono utilizzati i lavoratori, precisando se uno stesso dipendente è impegnato in più appalti nello stesso mese.
Mensilmente – spiegano l’Inps – l’istituto elaborerà un documento, denominato “RAM”, Rendicontazione appalto mensile, che rendiconta gli esiti dell’incrocio tra i dati registrati in Banca dati e quelli denunciati nel flusso Uniemens. Il principio è che potrebbe esserci una discrasia tra i contributi versati e la forza lavoro impiegata per i singoli appalti.
Il committente, allora, avrà a disposizione i contributi dichiarati dall’impresa, il saldo versato, il numero dei lavoratori registrati in banca dati, il numero dei lavoratori denunciati in Uniemens per quell’appalto, eventuali divergenze tra i codici fiscali dei lavoratori registrati in banca dati e quelli denunciati in Uniemens, il quadro complessivo dell’eventuale situazione debitoria del codice fiscale dell’appaltatore e subappaltatore, aggiornato mensilmente al momento dell’elaborazione.
Sulla base di questi incroci sarà possibile fare emergere spunti per ulteriori verifiche.
Sarà inoltrato dall’INPS al committente (via Pec) un apposito alert qualora l’importo dei contributi versati risulti minore rispetto ai contributi denunciati, nonché qualora il numero e i soggetti fisici registrati in Banca dati siano divergenti rispetto alla denuncia Uniemens. L’Istituto, al suo interno, effettuerà specifici controlli incrociati e puntuali, con cadenza mensile, volti a verificare che tutti i lavoratori registrati in banca dati nei vari appalti che fanno capo ad uno stesso appaltatore o subappaltatore risultino regolarmente denunciati in UniEmens.
L’ANAC ha già dato disponibilità a collaborare al funzionamento del nuovo strumento. Condividendo con l’Inps le informazioni già suo possesso, per arrivare a una piena mappatura del settore degli appalti pubblici.
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