Roma 23 maggio 2010 | Tempio di Adriano
Sede della Camera di Commercio
“Al Tempio di Adriano in Piazza di Pietra a Roma presentata la terza edizione dell’Osservatorio CNA sulle professioni non ordinistiche curato dal Centro Studi CNA. Per CNA erano presenti Daniele Vaccarino, Sergio Silvestrini, presidente nazionale e segretario generale CNA, Giorgio Berloffa, presidente CNA Professioni, Cristiana Alderighi, coordinatrice CNA Professioni, Antonio Murzi, responsabile Centro Studi CNA. Sono intervenuti Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Tiziana Ciprini, componente Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, Chiara Gribaudo, componente Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati e Andrea Mandelli, vicepresidente Commissione Bilancio al Senato della Repubblica. Di seguito una sintesi del rapporto.”
Professionisti (non ordinistici) anti-crisi
Negli anni della crisi la crescita dei professionisti non ordinistici si è sviluppata sensibilmente. Sono aumentati di 80.428 unità, il 32,9% in più Tra il 2009 e il 2016. Complessivamente sono 325.172 gli iscritti alla Gestione separata Inps, i cui dati risalgono però al 2015. Se i professionisti non ordinistici venissero considerati in senso più ampio (esclusivi, concorrenti e collaboratori concorrenti) la platea si allargherebbe a circa 786mila unità, pari al 3,5% dell’occupazione italiana. In quello stesso anno, il reddito complessivo prodotto da questa categoria di lavoratori ha raggiunto i 5,463 miliardi, mediamente 16.904 euro a professionista, diminuito dell’1,1% rispetto al 2014.
Con un forte dislivello tra uomini (il 58,1% del totale, il 65,9% dei redditi, in media 19.152 euro a testa) e donne: il 41,5 del totale, il 34,1% dei redditi, 13.780 euro di entrate medie. Pesante anche alle differenze per classi d’età: dal reddito pro capite più elevato (22.230 euro) tra i 65-69enni si precipita ai 10.453 euro dei 25-29enni, ai 7.927 euro dei 20-24enni e ai 7.149 euro dei minori di 19 anni.
Anche grazie al rilevante ingresso di tanti nuovi professionisti non ordinistici tra il 2009 e il 2016 , nell’Unione europea l’Italia continua a mantenere il primato nell’occupazione indipendente (con 4,72 milioni di occupati tra i 15 e i 64 anni), davanti a Regno Unito (4,29 milioni) e Germania (3,82 milioni). Per peso invece dell’occupazione indipendente sull’occupazione totale il nostro Paese è secondo (con il 21,1%), dietro solo alla Grecia (29,2%) e davanti alla Polonia (17,6%).
Il legislatore (finalmente) per amico
Il varo della legge 4/2013, ha contribuito a rendere più nitida la nebulosa dei professionisti non ordinistici, questa categoria di lavoratori era stata trascurata, se non osteggiata, dal legislatore. Con la sollecitazione della CNA, ci fu la svolta, con la creazione dell’Osservatorio nazionale professioni, giunto alla terza edizione, ponendo all’attenzione della politica questa realtà. A tale scopo, tra il 2015 e il 2016, CNA Professioni ha formulato una piattaforma di proposte (su fisco, accesso ai finanziamenti, previdenza e welfare) finalizzata a rimuovere gli ostacoli sull’attività della categoria. E i risultati si sono visti. La Legge di Stabilità 2016 ha aumentato a 30mila euro la soglia di ricavo per l’accesso al regime forfettario, ridotto al 5% l’aliquota d’imposta sostitutiva, permesso l’accesso ai Fondi europei, esteso il voucher alle lavoratrici madri, bloccata al 27% l’aliquota contributiva. Si fa riferimento esplicito alle professioni non ordinistiche nel Piano di riforma delle professioni inviato dal Governo a Bruxelles. Oltre alla conferma dei voucher per le lavoratrici madri, la Legge di Bilancio 2017 ha ridotto al 25% l’aliquota contributiva a decorrere da quest’anno.
Il Jobs Act delle professioni.
Il Ddl 2233, definito Jobs Act delle professioni, introduce disposizioni in materia di lavoro autonomo con l’obiettivo di costruire per questa categoria di lavoratori un sistema di diritti e di welfare moderni.
Questo testo durante l’iter parlamentare ha recepito molte richieste di CNA Professioni. Il provvedimento, approvato il 10 maggio scorso, prevede misure di tutela applicabili a tutti i rapporti di lavoro autonomo su: salute e sicurezza sul luogo di lavoro; clausole che realizzino uno squilibrio nei rapporti a favore del committente; proprietà intellettuale; ritardato pagamento dei compensi; indennità di maternità, congedi parentali, tutela della gravidanza, malattia e infortuni; deducibilità delle spese di formazione e di accesso alla formazione permanente; accesso agli appalti pubblici.
Un’agenda per la politica: proposte & suggerimenti
La tutela dei professionisti, negli ultimi due anni, non ordinistici ha compiuto molti passi in avanti. Rimangono comunque ancora irrisolti alcuni punti fondamentali nella costruzione di un sistema moderno di diritti e di tutele. Un organico pacchetto di proposte viene predisposto da CNA Professioni che investe cinque aree: organizzazione, fisco, regolamentazione del mercato, welfare e previdenza.
Organizzazione
favorire forme di aggregazione tra professionisti non solo per agevolare l’accesso ai bandi di gara, ma anche per aiutarli nella crescita, nello sviluppo e nella gestione dell’attività.
Fisco
– definire in modo inequivocabile le caratteristiche che escludono il professionista dal pagamento dell’Irap per l’assenza dell’autonoma organizzazione;
– eliminare l’estensione dello split payment ai professionisti.
Welfare
– sospendere (in caso d’infortuni o di malattia talmente grave da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa per oltre sessanta giorni) il versamento dei contributi previdenziali, dei premi assicurativi e delle imposte, oltre che ogni adempimento tributario, per facilitare la ripresa dell’attività al termine della malattia.
Previdenza
– individuare forme di prestazioni sociali (per i professionisti non ordinistici in Gestione separata Inps che abbiano subito riduzioni significative del reddito per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o per gravi patologie) sulla falsariga degli interventi previsti dalle casse degli ordini professionali per i loro iscritti;
– eliminare la discriminazione oggi esistente tra pensionati dell’Assicurazione generale obbligatoria e della Gestione separata Inps relativamente alla richiesta di un supplemento di pensione quando continuano a lavorare e a versare i contributi.
L’INDAGINE TRA GLI ISCRITTI A CNA PROFESSIONI
Insieme alla terza edizione dell’Osservatorio di CNA Professioni sulle professioni non ordinistiche arriva anche la terza edizione dell’indagine in un campione molto rappresentativo (in tutto 2159) di professionisti non ordinistici iscritti alle associazioni che fanno capo a CNA Professioni inquadrabili in tre macro-settori di servizi: per le persone, per le imprese, per il benessere.
Di sesso maschile è il 62,2% dei partecipanti all’indagine, ma nei servizi per il benessere la componente femminile, con il 56%, predomina. L’età media è di 49 anni, più alta rispetto ai 42 anni di media degli iscritti alla Gestione separata Inps. All’indagine si registra tra i servizi alle imprese l’età media più elevata (53 anni) , che comprendono professioni radicate nel tempo e molto rappresentative, come i tributaristi.
Oltre la metà delle attività professionali condotte dai partecipanti all’indagine di CNA Professioni è stata avviata nel nuovo millennio, con un picco del 62,8% nei servizi per il benessere, ma un terzo delle attività di servizi alle persone è stata avviata prima del ’90.
L’universo dei professionisti non ordinistici si caratterizza per un alto livello d’istruzione: quasi il 54% è laureato e solo meno del quattro per cento si è fermato alla licenza inferiore. In particolare, quasi l’88% dei professionisti non ordinistici presenti nei servizi per il benessere è laureato.
Con la legge 4/2013 si rende obbligatorio, in alcuni casi, il possesso di un titolo raggiunto al culmine di un percorso formativo specifico. Dall’indagine di CNA Professioni emerge che otto professionisti su dieci hanno conseguito titoli per l’esercizio professionale ma nel 58,4% dei casi si tratta di titoli non obbligatori, tutto ciò va ad arricchire il loro bagaglio culturale e professionale e favoriscono i clienti.
I dati raccolti da CNA Professioni dimostrano quanto sia arduo definire quantitativamente l’insieme dei professionisti non ordinistici. Il 58,3% è libero professionista in conto proprio, il 17,8% è lavoratore dipendente, l’11,2% è titolare d’impresa, il 10,6% è libero professionista in uno studio associato, il 2% è lavoratore parasubordinato. Due su dieci, in sostanza, sono al di fuori del perimetro del lavoro autonomo ma rientrano nella disciplina della Legge 4/2013. La Gestione separata Inps (professionisti muniti di partita Iva ma non iscritti ad albi) non esaurisce la , insomma, platea dei professionisti non ordinistici. Tanto più che il 38,7% degli intervistati (con un picco del 60% circa all’interno dei servizi per il benessere) svolge anche altre attività lavorative diverse da quella principale definita dalla Legge 4/2013. Il 6,5% di quanti hanno risposto conta oltre cinque collaboratori, con un picco del 13,2% nei servizi per le persone.
Molto basso il reddito medio dei professionisti non ordinistici. Nella metà di quanti hanno partecipato all’indagine non supera i 20mila euro annui. Eccezione positiva i servizi alle imprese, dove il 13,8% supera i 50mila euro.
Il Jobs Act delle professioni è stato, in genere, accolto con grande entusiasmo. Tra le misure che i professionisti non ordinistici ritengono più importanti per la loro attività in testa alla classifica troviamo la riorganizzazione della Gestione separata dell’Inps (88,6%), seguiti dalla deducibilità delle spese di formazione (83,2%) e dalla tutela di gravidanza, malattie e infortuni (82,5%). Particolare attenzione alle misure che favoriscono la formazione: il 91% dei professionisti non ordinistici investe nella formazione fino al 25% delle sue entrate. Per la tutela della salute i professionisti, in sostanza, chiedono trattamenti simili a quelli dei lavoratori dipendenti. Addirittura, l’81,9% di quanti hanno partecipato all’indagine sacrificherebbe una parte delle prestazioni previdenziali in cambio di maggiori tutele per maternità e malattia.