L’avvio delle novità relative alla commercializzazione delle borse di plastica (shopper) alla luce delle modifiche al Testo Unico Ambiente approvate con la conversione in Legge del D.L. 91/2017 “Decreto crescita mezzogiorno” ha destato molti dubbi e polemiche.
Ricordiamo che questa materia, i cui primi interventi risalgono ormai a molti fa, aveva già causato nel tempo diverse criticità, tanto che la sua evoluzione è stata lunga e complessa ed ha visto la CNA impegnata per supportare le aziende in questa transizione.
Infatti, in attuazione della disciplina comunitaria volta a ridurre l’impatto di questi beni sull’ambiente, l’Italia ha adottato un primo divieto per la commercializzazione degli shopper non biodegradabili già a partire dal 2011. Nel tempo si sono susseguite diverse proroghe, determinate da un lato dalla mancata definizione, in fase iniziale, dello standard tecnico in base al quale individuare i sacchetti biodegradabili e, dall’altro, a smaltire le scorte.
In questo quadro è intervenuto il decreto Mezzogiorno (provvedimento riguardante una materia assolutamente estranea a quella ambientale) con alcune novità di rilievo in particolare sulla commercializzazione delle borse ultraleggere e sul divieto di commercializzazione gratuita. Da ultimo, una circolare del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha chiarito alcuni aspetti di difficile interpretazione. Nella circolare che segue abbiamo approfondito alcuni aspetti di particolare rilevanza.
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chiarimenti commercializzazione borse di plastica